COLLEDIMEZZO: AL VIA AI TEST SIEROLOGICI

Parte l'iniziativa dell'Unione Montana dei Comuni del Sangro per effettuare test immunocromatografici su dipendenti comunali e personale sanitario e cittadini che ne faranno richiesta, con priorità per quanti sono rientrati e rientreranno da fuori Abruzzo

Dal  12/05/2020 è possibile prenotare il test anche al Comune di Colledimezzo al numero +39 349 6495152 ( Sindaco) . -( vedi allegato).

Cosa sono e come funzioneranno i test sierologici per il coronavirus

Si tratta di studi epidemiologici su campioni rappresentativi, resi possibili anche grazie a strumenti statistici, che possano rilevare nella popolazione, a livello sia nazionale sia regionale, la percentuale di persone che realisticamente potrebbe essere entrata in contatto ( cd.asintomatici e paucisintomatici) e aver avuto il nuovo coronavirus. Queste indagini, che non identificano gli attuali positivi al virus, verranno svolte non tramite tamponi, ma attraverso specifici test sul sangue, che in qualche modo vanno a scavare nel passato, rilevando se l’infezione c’è stata (e in alcuni casi ancora c’è).

Come si svolgono questi test sierologici

I test sierologici, di cui oggi sia gli scienziati sia i media dibattono, sono analisi del sangue, che si svolgono tramite un semplice prelievo o nel caso di test rapidi tramite analisi su una sola goccia di sangue – simili a quelli che misurano la glicemia nei pazienti diabetici. Questi test non diagnosticano la presenza di Covid-19 in quel dato momento, dunque non sono test diagnostici, ma servono a capire se la persona è entrata in contatto, in precedenza, col nuovo coronavirus e ha avuto l’infezione anche in maniera silente. In particolare, con queste analisi si capisce e si potrà confermare se e quanto, una volta che la persona è guarita ha sviluppato l’immunità, ovvero gli anticorpi specifici per il Sars-CoV-2.

A cosa servono i test sierologici

Queste indagini sono utili, come ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, durante la conferenza stampa del 3 aprile al ministero della Salute, a conoscere meglio la reale diffusione dell’infezione nelle diverse regioni e a definire con maggiore precisione il tasso di letalità in base all’area geografica, anche tenendo conto delle fasce d’età e distribuzione dei generi (popolazione maschile e femminile). Le informazioni sulla prevalenza del virus possono essere utili poi ai decisori politici, come ha sottolineato Locatelli, cui spetta la decisione finale, a partire dai dati e dagli studi, di quanto, quando e come allentare le misure restrittive attualmente in atto per contenere il contagio.

Cosa si testa, di fatto

“Si testa l’eventuale presenza di anticorpi IgM e IgG per il Sars-CoV-2”, ha spiegato Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e responsabile del Coordinamento emergenze epidemiologiche della Regione Puglia. Le immunoglobuline IgM compaiono per prime, più precocemente, ma poi generalmente scompaiono dopo qualche settimana: la loro presenza nel sangue indica che l’infezione potrebbe essere piuttosto recente. Le immunoglobuline IgG, invece, si manifestano solitamente più tardi, però rimangono a lungo, anche mesi secondo gli studi su altri virus: se nel sangue vengono rilevate soltanto le IgG e non le IgM significa che l’infezione è passata da più tempo e non è recente”. In particolare, come si legge anche in un documento del ministero della Salute, l’eliminazione del virus (dunque quando il paziente è guarito non solo clinicamente“solitamente si accompagna alla comparsa di anticorpi specifici di tipo IgG per il Sars-CoV-2 prodotti dall’organismo”.

 

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